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Secondo momento
Dalla Lettera agli Ebrei (12, 5-11) Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; 6perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio. E’ per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.

Don Cristian: per capire meglio quello che l’autore dice dobbiamo contestualizzare questa cosa nella mentalità giudaica, la mentalità che Gesù non ha annullato, ma ha trasformato.
Nella mentalità c’era l’idea di un Dio che comunque castigava e quindi facevi, andavi contro la volontà di Dio ed allora c’era il castigo.

Non è proprio così.
Che cosa in fondo ci dice questa parola? che Dio interviene nella nostra vita quando sbagliamo strada.
Il peccato .. c’è una parola nella Bibbia in ebraico, una delle tante parole che significano peccato, che sta a significare (tradotta letteralmente) “mancare il bersaglio”, “sbagliare mira”.

Quindi il peccato è un mancare il bersaglio, perdere di vista la strada maestra.
Ecco allora che Dio interviene nella nostra vita in mille modi, per aiutarci a convertirci.

Di solito l’azione più grande avviane nella nostra coscienza, quando la nostra coscienza incomincia ad accusarci.
Ora poi, bisogna fare attenzione perché in questa operazione della coscienza, a livello più superficiale della mente, interviene anche il nemico.

Dio non ci vuole annientare, non vuole sminuirci, ma vuole che si prenda coscienza del nostro peccato.
Ma non vuole che si dica che noi siamo nulla, perché siamo figli di Dio, immagine e somiglianza Sua.
Quindi qualcosa siamo .. immagine e somiglianza .. Dio si rispecchia in noi.

E come in una omelia qui a San Donato il cardinale Ernest ricordava, che ogni peccato ha la sua pena; ma non una pena che è da Dio, ma una conseguenza.
Ogni atto che noi poniamo nel bene e nel male, ha una conseguenza.

E la conseguenza appunto è bella o brutta, porta gioia o porta peso in base al tipo di azione che facciamo.
Quindi già la pena del nostro peccato, le conseguenze del nostro peccato in qualche modo, sono un modo per rivelarci che il peccato ci porta fuori strada, ci porta nel male e che quindi stiamo sbagliando e che quelli sono i frutti di un albero non buono.

L’invito è allora quello all’obbedienza, all’ascolto della Parola di Dio, a non perdersi di animo attraversando le tribolazioni e le sofferenze con Gesù .. perché questo porta frutti di pace e di giustizia. Preghiamo il Signore Gesù consapevoli che il Signore ci accompagna sempre ed usa mille modi per aiutarci a ritrovare la strada.

Non che ci castiga, perché il peccato già ha la sua pena, la sua conseguenza e quindi il suo castigo in sé. Dio usa mezzi innumerevoli, dalla nostra coscienza, dagli avvenimenti della nostra vita per aiutarci a ritrovare la strada per la nostra gioia, per la nostra pienezza.