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Terzo momento
Dalla Lettera agli Ebrei (12, 12-13) Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e raddrizzate le vie storte per i vostri passi, perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Don Cristian: Quest’ultimo brano prima della pausa è un po’ la conclusione della riflessione che fa l’autore.
Dopo che abbiamo considerato tutti i testimoni che ci hanno preceduto e quelli che sono contemporanei a noi prendiamo coraggio da loro e guardiamo come fanno loro per tenere fisso lo sguardo su Gesù, lasciando andare tutto quello che giorno giorno ci allontana da Lui.

E così rinforzati nella fede siamo invitati sia per noi, ciascuno per sé stesso, ma anche per gli altri, a rinfrancare “le mani inerti e le ginocchia fiacche”; rinfrancare, cioè far riposare, irrobustire, alleggerire, farle riavere .. “le mani inerti e le ginocchia fiacche” cioè quei fratelli e quelle sorelle che si trovano oppressi per qualche motivo.

La prima carità sta nella preghiera: ricordarsi che oltre ai nostri bisogni ci sono i bisogni degli altri; e quindi ricordarsi che se stiamo male, non stiamo male solo noi, e che tanti fratelli e sorelle stanno male e forse qualcuno anche peggio.

E allora ricordarli al Signore.
Questo è il primo modo di rinfrancare le mani e le ginocchia fiacche.
Sia le nostre, perché in Gesù troviamo la forza, sia quelle di chi il Signore ci fa incontrare, con quelle forze, con quei doni che il Signore riversa in noi.

Ed infine camminare dritti con i vostri piedi: il piede rappresenta la vita, il cammino, quindi camminare diritti ancora, tenere fisso lo sguardo, correte verso .. camminare diritto .. è un rafforzativo anche questo per dire ‘coraggio’, non perder tempo, guarda diritto, non deviare, non lasciarti vincere dalle tentazioni, da tutto ciò che ti devia dalla vera gioia.

Perché, che cosa succede? Quando il piede zoppica si può anche storpiare: cioè uno da una condizione disagiata ed in difficoltà, se non gli si viene incontro e non è aiutato, può anche peggiorare .. e storpiarsi vuol dire entrare in una situazione cronica più o meno, cronica.

Poi il Signore fa i miracoli, però questo storpiarsi sta a significare tutte quelle abitudini sbagliate che possiamo avere e che fanno parte della nostra vita come una seconda natura in noi e che in noi ci troviamo tutti i giorni, più o meno in base agli incontri, perché poi l’altro è un’occasione anche per vedere come sono fatto e come ragiono, ecco .. queste abitudini sbagliate che ci possono essere in me se non agisco, rischiano di peggiorare.

Dopo vedremo com’è lo stile di Maria, lo stile di Colei che non ha mai perso di vista il Suo Figlio, anche quando l’ha fatta soffrire.
Lo vedremo dopo.

Però ecco, portiamoci di questa parola non soltanto quello che in noi ha messo in evidenza e magari ci fa anche stare un po’ male, ma soprattutto quello che il Signore può compiere in noi.

Veramente il Signore può arrivare dove nessuno può arrivare, nel profondo della nostra anima, dove c’è la radice di una abitudine, di un peccato, dove c’è una ferita, che mi porto dietro da tanto. Ecco il Signore ci attende in un appuntamento continuo di sguardo con sguardo.