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Gruppo di Preghiera di Padre Pio
Relazione della riunione del 27 gennaio 2017

Venerdì 27 gennaio, ombre avvolte nei cappotti o nei giacconi, quasi piegate dal freddo di questi giorni, salgono frettolosamente la scalinata; un attimo di sosta davanti alla grande statua dell’Immacolata, un segno di croce o una breve preghiera, poi entrano in chiesa.
Qui non c’è freddo, il calore dell’amore divino scalda le anime e allora non c’è più il tempo, non ci sono più le stagioni, c’è solo la preghiera in unione al Dio altissimo, con l’aiuto della Vergine Maria e di San Pio da Pietrelcina, che proiettano le anime al di fuori del tempo, nell’eternità, dove è presente la grandezza di Dio infinito amore e misericordia.

Il rosario inizia alle 21 e la preghiera scorre lieve sulle labbra delle persone, vola alta per giungere al Cielo di Dio, dove Gesù insieme alla sua e nostra cara Mammina d’Oro, accolgono la preghiera per ridondarla sulla terra a favore delle anime che ne hanno bisogno e non solo, ma anche per guarire le ferite del peccato, quelle dell’anima e qualche volta anche per la guarigione dei corpi, come Gesù pieno di amore e misericordia ha compiuto nella sua predicazione sulla terra e continuano nel tempo, secondo un disegno imperscrutabile, ma pieno di significato per chi segue la strada del Maestro, l’unico vero Maestro e Redentore delle anime nostre, Il Signore Gesù.

Mi soffermo un istante e vado con il pensiero a giovedì 19, San Mario, onomastico del nostro amato parroco e direttore spirituale, salito al cielo il 27 Marzo 2011 e ancora venerdì 20 giorno del suo compleanno.

Roma 1975

Per ricordare queste date, domenica 22, con una semplice, ma toccante cerimonia, don Cristian ha voluto che la croce storica dei Cavalieri di Maria, fosse collocata nel piccolo chiostro tanto caro a don Mario.
Questa croce fu benedetta da Papa Paolo VI in San Pietro, quando ci recammo a Roma in pellegrinaggio, nell’anno Santo 1975.
Quanti ricordi affiorano alla mente, quanti pellegrinaggi in quegli anni con don Mario come guida; quasi mi commuovo al pensiero e un nodo stringe la gola e il cuore batte forte pensando al caro sacerdote che non c’è più e con il quale abbiamo condiviso tanta storia di questa terra benedetta dal Cielo, di San Donato a Livizzano.

San Giovanni Rotondo 1976

Mi torna in mente il pellegrinaggio a Lourdes del settembre 1976, con tanti Cavalieri di Maria e la nostra croce e poi le corone di quindici poste trovate e don Mario che fa risalire la data della nostra fondazione proprio al 12 settembre 1976, nome Santissimo di Maria, quando al ritorno dal pellegrinaggio, consegnò a tutti noi le corone da appendere al cordiglio della bianca Cappa.
A ottobre 1976 la croce fu portata nel pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo.

Di questo pellegrinaggio alcune foto con i Cavalieri di Maria, furono pubblicate su la rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza” di Dicembre 1976.
Allora scrissero: “ I Cavalieri di Maria, un’associazione singolare , composta da soli uomini, sono venuti in pellegrinaggio dalla Toscana, assieme ad un folto gruppo di pellegrini guidati dal Parroco don Mario Boretti, figlio spirituale di Padre Pio”.

“Mi si attacchi la lingua al palato, se mi dimentico di te San Donato” diceva don Mario, ed io ripeto “mi si attacchi la lingua al palato se mi dimentico di te don Mario e San Donato, con la Vergine Santissima del Rosario e del Roseto Perpetuo di Maria”.
Basta, i pensieri prendono una piega troppo dolorosa ed è meglio tornare al presente, alla preghiera, alla Santa Messa del gruppo di Padre Pio che sta iniziando.

Le parole di don Cristian si fanno strada nella mente che a poco a poco riprende coscienza del presente.
Siamo nel tempo ordinario dice don Cristian, non ci sono altri santi, pertanto questa sera si può celebrare la Messa votiva di Padre Pio, e prosegue, vogliamo allora affidare alla sua intercessione le nostre famiglie, la nostra comunità, la nostra vita, la nostra Toscana, ma anche tutta l’Italia e il mondo intero, perché ciascuno possa scoprire la bellezza, l’ampiezza, la grandezza, di essere figli di Dio.

Poi ancora nella Colletta: “ Dio onnipotente ed eterno, che con grazia singolare hai concesso al sacerdote San Pio, di partecipare alla Croce del tuo Figlio e per mezzo del suo ministero, hai rinnovato le meraviglie della tua misericordia, concedi a noi per sua intercessione che costantemente uniti alla passione di Cristo, possiamo giungere felicemente alla gloria della risurrezione”.
Già qui sta tutto il significato della nostra riunione di preghiera del gruppo.
Padre Pio che intercede al Padre Celeste per tutti noi e per ciascuno in particolare, secondo ciò di cui ognuno ha bisogno per se stesso e per i suoi cari.

E’ il mistero della nostra fede, il mistero del Cristo figlio di Dio, incarnatosi nel seno purissimo della Vergine Maria, Madre di Dio e nostra.
E’ l’incontro con Gesù, l’incontro con Cristo, l’unto del Signore, lo stimolo che abbiamo di condurre una vita retta e costante, rivolta a colui che è nato per morire sulla croce, affinché tutti potessero un giorno andare a godere nell’eternità del santo Paradiso, la gioia della beatitudine nella visione di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo.

La ricompensa è grande, come grande deve essere il desiderio di piacere al Signore per godere della sua presenza, dove ogni lacrima sarà asciugata e la sofferenza si tramuterà in gioia piena.

Il regno di Dio è più vicino a noi di quanto potessimo sperare e don Cristian all’omelia ce ne da una spiegazione chiara, che rimane impressa nelle nostre menti e nel cuore.
Infatti, riferendosi al brano del vangelo, tratto da Marco, (4,26-34), ci spiega che il regno dei Cieli, non è una cosa che riguarda il tempo dopo la nostra morte, ma è ciò che riguarda il presente, in quanto è l’azione dello Spirito Santo che opera e rende attuale la presenza e la potenza del sacrificio di Gesù il Cristo, la sua passione, morte e risurrezione gloriosa.

Ecco, ha proseguito, che il Regno di Dio opera, come ci dice Gesù, similmente ad una piantina e ha i suoi tempi, al contrario della nostra impazienza che sempre vuole vedere subito i risultati, agisce silenziosamente e costantemente, come il seme gettato in terra.
Noi non possiamo vedere quando piano piano mette le radici, lavoro nascosto ai nostri occhi, vediamo solamente quando spunta il germoglio, prima lo stelo, poi la spiga.

Anche in noi avviene la stessa cosa, seppure non vediamo i frutti appariscenti immediatamente, l’azione dello Spirito Santo, agisce nella nostra vita di cristiani, e silenziosamente prima o poi da i suoi frutti di conversione e redenzione.
Naturalmente come nell’esempio della parabola, occorre rendere il terreno fertile dissodando, annaffiando, curandolo con costanza, così anche nella nostra vita dobbiamo mettere in pratica la virtù della pazienza.

A questo punto don Cristian non ha potuto fare a meno di portare l’esempio di don Mario, il sacerdote che per ben 58 anni come parroco di San Donato ha metaforicamente coltivato il terreno di questo luogo e delle anime a lui affidate.
Quanta speranza, quanta attesa delle cose che sperava di vedere realizzate; alcune le ha viste, altre ha dovuto attendere anni, altre sono rimaste da realizzare.
Chi scrive ricorda bene cosa diceva don Mario: “ C’è chi semina e chi raccoglie, ma la mercede è uguale per tutti”.

In don Mario la virtù della speranza e della pazienza era ben viva, lui che si definiva “il prete dell’attesa”  e magari come il chicco di grano che è necessario che muoia per dare i suoi frutti, così anche per lui è venuto il tempo della morte e ora in cielo opera, affinché su San Donato si realizzino quei frutti e disegni che il Cielo ha stabilito da sempre.

Ecco allora che don Cristian ci mette in guardia dal nostro io, quando si pensa che tutto dipenda da noi stessi, quando si pensa che siamo noi gli artefici della nostra vita e situazione, specialmente quando quella parte della mente non è ancora libera dal peccato, dalle cose cattive e dalle cattive abitudini.
Dobbiamo essere pazienti coltivatori delle nostre anime, coltivando la preghiera, nutrendoci del Cristo Eucaristia e della parola del Vangelo, allora e solo allora potremo vedere i frutti.

Preghiamo Padre Pio, ha soggiunto, i nostri santi patroni, la Madonna in particolare, che accresca in noi la capacità di saper attendere  e anche di saper riconoscere il Signore che opera, non fermandoci a quello che non riusciamo ad ottenere, ma riconoscere che c’è in noi quella radice, quel seme che piano piano germoglierà, crescerà dando i suoi frutti per la nostra anima.

Confidiamo  sempre nel Signore che non delude chi a lui si rivolge con fede e umiltà d’animo.
Gesù conosce il cuore di ciascuno e opera per la salvezza di tutti con amore e misericordia infinita.

Al termine della Santa Messa, una sorpresa annunciata all’inizio è stata quella che tutti abbiamo potuto venerare e baciare una preziosa reliquia di San Pio da Pietrelcina.

Ad Jesum per Mariam

Direttore spirituale: Don Cristian Meriggi

Capo gruppo e segretario: Marco Simonatti