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Semaforo vecchio“Una chiesa più grande: sogno o realtà?”

Carissimi,

stiamo camminando, nonostante le personali miserie e le insidie del nemico, verso un orizzonte che solo il buon Dio conosce chiaramente.
A noi è chiesta la fede e il domandarla con insistenzaunitamente ai doni della Sapienza e della Carità.

Quando sono arrivato a San Donato a Livizzano, fra le tante indicazioni, mi fu chiesto dal cardinale Giuseppe Betori di considerare l’opportunità di una chiesa più grande.

Un bel progetto c’era già, elaborato dal mio predecessore don Francesco Bazzoffi, ma una delle più grosse perplessità, che mi erano state consegnate dall’inizio era questa: una volta che a San Donato non ci fosse stato più un sacerdote esorcista, ci sarebbe stata comunque tanta gente lo stesso?

E quindi sarebbe continuata ad essere necessaria una chiesa più grande?
Da questa domanda iniziale partì una duplice riflessione.

La prima: che cosa sarebbe stato di San Donato se non ci fosse più un sacerdote esorcista alla sua guida?
Una seconda riflessione: quale il numero delle persone che frequentano le Sante Messe in questa parrocchia?
Questo per capire come e se ampliare la chiesa.

Per quanto riguarda la prima riflessione quali tipi di accorgimenti abbiamo preso?
Su indicazione del cardinale Giuseppe Betori abbiamo separato nettamente quello che è il ministero di esorcista (rendendolo più riservato) da quello della pastorale delle benedizioni (che qualsiasi sacerdote può celebrare).

Abbiamo constatato in questi due anni che, soltanto alcuni vengono per il sacerdote esorcista, molti vengono per la singolarità e la santità del luogo e molti altri per ricevere una benedizione.
Quindi, eventualmente un domani, qualsiasi sacerdote che prega e fa pregare, ascolta e confessa e celebra i sacramentali (ad esempio le benedizioni) può guidare la comunità di San Donato a Livizzano e Santa Maria a Pulica.

La seconda riflessione. Per quasi due anni abbiamo contato le sante comunioni alle messe (dal martedì alla domenica).
La media delle sante comunioni settimanali è di 750.
Aggiungiamo il 20/30 per cento di persone presenti alla Messa che non riceve la comunione, si arriva alla somma di circa un migliaio di presenze settimanali soltanto alle messe.

Circa un anno fa, con l’appoggio e il consenso dell’Arcivescovo Betori, è iniziato uno studio che avrebbe portato ad elaborare un progetto di ampliamento e di ripensamento della Chiesa partendo dalla canonica.

Quindi non una chiesa nuova, ma dalla canonica sarebbe stata ricavata una navata laterale e un matroneo al piano superiore e, nello spazio restante della canonica, altri spazi pastorali come una zona per la confessione, etc.

Arrivati quasi in consiglio comunale, il progetto è stato repentinamente ripensato dal consiglio episcopale presieduto dall’arcivescovo, lasciandoci momentaneamente scombussolati.

Dopo questo brusco arresto, e soprattutto dopo alcuni chiarimenti, il cardinale Betori ha accantonato il progetto pensato ed ha voluto riproporre l’idea di un edificio di culto nuovo, in continuità con la struttura esistente, ridimensionando e abbandonando così gli altri progetti presentati sin dai tempi di don Mario Boretti ad oggi.

Il nostro arcivescovo, rispondendo al bisogno esistente di un’aula liturgica ove i presenti possano tutti vedere direttamente l’altare, ha proposto la progettazione di una chiesa contenente circa 250 sedute.

A che punto siamo adesso?
Abbiamo un’idea progettuale che deve percorrere una serie di fasi e controlli per essere definitivamente approvata ed attuabile.

Tre fasi ecclesiastiche e l’iter comunale.
Le prime due fasi ecclesiastiche sono passate positivamente.
Il comune, dopo un anno di lavoro su un altro nostro progetto – come dicevo sopra – si è nuovamente reso disponibile a collaborare con la curia.
Grazie a Dio.
Dopo l’ultima fase ecclesiastica si potrà iniziare il lavoro più intenso con il comune di Montespertoli per arrivare all’attuazione del progetto.

Il progetto che il Cardinale ha scelto è costituito da un’aula liturgica con una pianta a forma insolita, la quale si ispira ad un’immagine di Maria che porta in braccio il bambino Gesù.
La sua forma è dinamica, viva, è come un grande abbraccio di Maria – che parte dalla struttura nuova -, attraverso il loggiato nuovo e vecchio, che si estende alla struttura vecchia come avvolgendola.

Nei prossimi numeri del nostro mensile e nel nostro sito prossimamente i dettagli del progetto.
Importante sarà anche rispondere al questionario su San Donato che sarà prossimamente presente nostro sul sito.

Un caro saluto ed una benedizione.

Sac. Cristian