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Orientamenti di direzione per stare e servire a San Donato

“San Donato è di tutti. Rispettatelo e fatelo rispettare.”
Don Mario

“Quale è la vocazione, il compito della Chiesa? Quello di servire il Signore nella liturgia e nella carità, incontrare il signore nella liturgia e nella carità, nella vita quotidiana.
Come ci ricordava il vangelo della XXV domenica anno B, al centro della comunità cristiana Gesù pone un bambino in cui Lui si identifica; simbolo dei piccoli, dei poveri, dei sofferenti e degli esclusi; indicando così l’”oggetto” del servizio della Chiesa.

In questa comunità in chi si possono riconoscere questi ultimi? Oltre ad essere gli anziani, i bambini, i poveri e gli infermi, come in tutte le comunità cristiane, in questa comunità c’è un evidente richiamo ad uno specifico tipo di poveri: coloro che sono afflitti dalla vita e dal nemico.
Tanti vengono in questa nostra San Donato cercando sollievo dalle prove della vita e la liberazione dal nemico.

Dicono i vescovi uniti insieme (quindi è la voce della Chiesa di Gesù che parla) nell’introduzione al nuovo rito degli esorcismi: il fedele che chiede l’esorcismo è un membro della comunità, uno di quei membri che la comunità deve amare di un amore preferenziale: quando è in potere del Maligno, infatti, egli è il più povero dei poveri, bisognoso di aiuto, di comprensione e di consolazione.

Quindi, oltre che occuparci delle povertà presenti in tutte le comunità cristiane, la nostra parrocchia è chiamata con forza ad occuparsi e a servire questo tipo di ultimi con tutta se stessa.
Questo il Signore ci indica come servizio di tutta la comunità, ciascuno per il ruolo che gli spetta per il servizio che svolge.
Ciò indica che occorre decentrarci da noi stessi e concentrarsi nel Signore e nel suo servizio senza lasciarci prendere da gelosie, divisioni e fanatismi, che purtroppo sono presenti e, ogni tanto, portano scompensi e mietono “vittime”.

Purtroppo talvolta si sono sentiti risuonare dei ritornelli, inadeguati e disdicevoli al luogo, per affermare il proprio ruolo, come ad esempio: io sono parrocchiano, io sono cavaliere, io sono volontario, e così via… credo e spero che siano state uscite che sono sfuggite, perché lo spirito del cristiano non è questo… a tale motivo volevo ricordarci un brano di vangelo sui veri familiari di Gesù, che si può applicare anche a noi.

“Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt. 12,46-50).

Si evince da questa Parola che per essere familiari di Gesù non è sufficiente un legame di carne e abitare sotto lo stesso tetto, o avere dei presunti diritti acquisiti, ma occorre la sequela.
Uno può essere parrocchiano, cavaliere, volontario, ma non essere spiritualmente unito allo Spirito della comunione evangelico e uno può non essere parrocchiano, cavaliere, volontario, ed essere in piena sintonia con tale spirito di comunione.

Attenzione, non esistono diritti acquisiti.
Il primo deve essere l’ultimo, colui che accoglie e che serve.
La Chiesa, la parrocchia quindi, è costituita dai chiamati, cioè da tutti coloro che il Signore convoca e chiama su questo colle, per stare con Lui e servirlo, senza distinzioni.

Il compito della comunità residente, di chi è qui da molto tempo? Essere i primi nell’accogliere, nel fare spazio agli altri come coloro che tra i primi si fanno servi di tutti… non c’è altro modo per stare qui, per essere chiesa e parrocchia in questo luogo.

Allora chiediamo a Maria e cogliamo il suo esempio, perché nel servire il Signore su questo colle si sia lenti a parlare e all’ira e zelanti nel servizio.
Un grazie sincero a tutti ed una benedizione copiosa su di voi e sui vostri cari affinché il Signore porti a compimento il bene iniziato in voi.
Il vostro parroco.

PS. Mi son state consegnate da don Mario queste parole, come da padre a figlio e così ve le consegno:
“Qui, a San Donato, ci sono persone che le ha mandate il Signore e altre no”.
“A San Donato c’è la Croce e la Madonna, la croce e la Madonna.”