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Breve presentazione di Ostuni

Da molti anni a Ostuni, provincia di Brindisi, vi é un gruppo di Cavalieri di Maria guidati prima da don Angelo Astore, deceduto, ed ora da don Peppino, con la collaborazione del Cavaliere di Maria Tommaso Longo.

Tutto nacque da un incontro a San Giovanni Rotondo in un pellegrinaggio del 1996.

Da allora iniziò uno stretto legame tra don Mario, don Angelo e Tommaso, con frequenti viaggi a San Donato di un gruppo di cavalieri di Maria che nel frattempo si era formato a Ostuni, sia di viaggi anche di don Mario a Ostuni.

Più di una amicizia, per disegni a noi sconosciuti, si era sviluppato il primo gruppo fuori sede, lontano per residenza, ma molto intimo con San Donato.

Ora a distanza di otto anni dalla salita al Cielo di don Mario, tempo in cui i contatti si erano leggermente affievoliti, don Cristian ha riallacciato i rapporti con Ostuni e a giugno abbiamo potuto gioire della visita di alcuni Cavalieri con Tommaso Longo organizzatore.

In seguito anche don Cristian è andato a Ostuni dove è stato accolto calorosamente.

Domenica 10 novembre con un pellegrinaggio ufficiale da Ostuni, sono arrivati a San Donato un numero di Cavalieri, con familiari e amici dei Cavalieri, unitamente a due Ancelle di Maria a suo tempo anche queste approvate da don Mario.

Per l’occasione, oltre a Tommaso Longo è venuto anche il direttore spirituale del gruppo don Peppino.
Insieme abbiamo pregato sulla tomba di don Mario, poi la Santa Messa di cui riportiamo la toccante Omelia di don Peppino.

Omelia di Don Peppino Parroco della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie ad Ostuni in
occasione della visita a San Donat o con un gruppo di Pellegrini (alcuni Cavalieri di Maria con i familiari)
La Parrocchia di don Peppino è gemellata con San Donato dal 18 marzo 2004
10 novembre 2019 S anta M essa delle 18.00.

(Saluto a ll inizio della Messa) Sono venuto su da Ostuni ed ho detto la messa stamattina alle 10 ed alle 11 .. io pensavo di venire qui a riposarmi, invece voleva riposarsi Don Cristian e così ho detto la messa io.

Sono venti anni che veniamo qui a San Donato e mi ricordo di un lunedì mattina in cui prima di partire con Don Mario abbiamo celebrato qui la messa.
Con Don Mario ci vedevamo almeno una volta l’anno e quando si andava a San Giovanni Rotondo, perché ci andava diverse volte l’anno, ci si vedeva lì ..Perché Ostuni è vicino a San Giovanni Rotondo.

(Omelia ) Qualche parola di riflessione sulla Liturgia che stiamo celebrando questa sera.
Noi stiamo celebrando, si può dire, la giornata della vita; il Vangelo ci ha parlato di vita, il Cristo ci parla di Vita; la prima lettura dal Libro dei maccabei ci parla di vita…

Però cerchiamo di prendere quel vangelo che abbiamo ascoltato questa stasera e portiamolo nella società, da cui siamo circondati, e ci accorgeremo che è una realtà dove il mondo non parla di vita, ma parla di morte.

Vedete questa mattina dicevo ai parrocchiani, quelli che mi sono stati affidati dal Vescovo, che c’è stato un uomo in Italia che ha detto togliamo il voto agli anziani, cominciamo dal voto, poi li togliamo di mezzo, tanto non servono più .

Questa è la cultura della nostra società, la cultura della morte.
Vi voglio citare soltanto alcuni esempi di alcuni autori, come Fez, che aveva fatto tanti anni di prigione, diceva: “Ma se un uomo termina la propria vita qui sulla terra, e se dopo la vita non ci
fosse più niente, che cosa mi impedisce di ammazzare le altre persone?”

Lo stesso Dostoevskij, diceva:“Togliamo Dio dalla nostra vita e possiamo fare quello che vogliamo”.
Un giornalista ateo diceva sempre: “Io non mi ritengo di appartenere ad una specie superiore, sono uguale agli animali”.

A che cosa può portare questa realtà? Che io come schiaccio una formica, posso schiacciare anche l’uomo.
E l’ultimo Prostand diceva: “L’uomo è un atomo impazzito nell’immenso cosmo”.
Vedete sono tutti quanti esempi di autori, magari pensatori, che non vedono nulla aldilà della vita, non vedono nulla al dilà della morte, e quindi a cosa porta?

La società è piena di movida, di violenza, di sballo… questa è la società.
Noi siamo il popolo della vita, noi siamo il popolo della festa, perché la vita è una festa.

In questa vita in cui noi dobbiamo dire sempre grazie.
Tempo fa qualcuno mi diceva: “Don Peppino se quello che tu predichi, se in un certo momento ti accorgessi un domani che non fosse vero nulla, cosa succederà?”, e io dissi: “E’ molto semplice
la risposta; io devo sempre ringraziare sempre una persona, che si chiama Cristo, che mi ha dato
l’illusione di un aldilà per vivere bene l’ aldiquà”.

Cosa troveremo domani? Beh, Cristo ne ha parlato nel brano del Vangelo, quando quei Sadducei chiedevano “di chi sarà moglie questa donna che ha avuto sette mariti?” ma lo facevano per  rendere ridicolo Gesù e lui rispose “Voi pensate l’aldilà con le categorie dell’ aldiquà”.

Allora pensiamo al matrimonio ed ad altre realtà, per capire, che è meglio Dio e assorbire tutto il suo amore.
Quindi ogni lacrima e ogni speranza, ogni gioia verrà assorbita nel cuore di Dio.

Solo così possiamo camminare tranquilli nella parola del Vangelo, perché il nostro Dio non è un Dio dei morti, ma un Dio dei Vivi, perché tutti vivono in Dio.
Solo vivendo così la nostra vita, noi troviamo già il paradiso, fin da questa terra.
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.