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San Teodoro il Siceota, 22 aprile 2020

Verso una nuova Speranza…

“Fai come se tutto dipendesse da te,
sapendo che tutto dipende da Dio”.
(S. Ignazio di Loyola)

Carissimi amici di San Donato, vi scrivo perché da questo luogo di silenzio, di bellezza, di preghiera, “tenda” amata di Maria, non posso fare a meno di pensare a tutti i volti, i vostri volti, che si sono succeduti in questi anni in cui mi trovo tra voi.

Tanti sono coloro che sono passati, tanti quelli che approdano o si affacciano in questo luogo cercando, e spesso trovando, consolazione, sostegno, sollievo, guarigione e liberazione.

San Donato, per chi un po’ lo conosce davvero, sa che è come una matrioska, cioè come una bambolina che contiene, una dentro l’altra, altre bamboline; cosa intendo con questo esempio? quando scopri qualcosa di questo “Santuario”, poi, se sei attento ed umile, potrai scoprire tante altre novità.

Diceva don Mario: “non dobbiamo abituarci a San Donato” e “non si deve essere fanatici”, ma riconoscere che questa è si una chiesa come tante altre, ma non è uguale alle altre.
Ciò non dipende dall’uomo e dal suo arbitrio, ma dai disegni imperscrutabili di Dio.

Questo tempo in cui il deserto quaresimale sembra prolungarsi nella nostra “reclusione” obbligata, in cui comunque è presente la potenza del Risorto, è un tempo che non ci lascerà come prima.
Dipenderà da noi e dal nostro collaborare con la grazia di Dio farlo fruttificare; domani saremo o cresciuti o involuti.

Questo come uomini e come cristiani.
Meditiamo insieme attentamente.

Vi sono speranze che dal 4 maggio le comunità cristiane possano rientrare tra coloro che saranno abilitati a riprendere le proprie attività.
Questo, se accadrà, non vedrà una vita comunitaria che riprende da dove aveva lasciato, ma sarà necessario organizzarsi come tutte quelle realtà sociali e lavorative regolamentate dalle indicazioni del Governo e dei nostri Vescovi.

Queste disposizioni riguarderanno indicativamente, per ciò che adesso possiamo presumere, il modo di stare alle celebrazioni liturgiche, come ad esempio: il divieto di fare assembramenti, il distanziamento di almeno 180 centimetri, l’obbligo della mascherina, l’igienizzazione delle mani o dei guanti prima di accedere alle celebrazioni, la Santa Comunione ricevuta sulla mano, l’uso di ricevere la Santa Comunione direttamente dal posto senza muoversi.

Inoltre, soprattutto per chi svolge un servizio di volontariato, la limitazione di sosta nei luoghi al chiuso: come la sacrestia, il rifugio, il Mammina d’Oro, il Circolino, etc.

Tra gli impegni e gli oneri essenziali per restare attivi sarà la necessità di sanificazione approfondita generale della chiesa per un paio di volte al mese (ad opera di una ditta specializzata) e la sanificazione tra una messa ed un’altra (eseguita dai volontari precedentemente istruiti ad hoc).

Inoltre regolamentare la presenza numerica dei volontari e dei Cavalieri tra coloro che saranno disponibili per il servizio, distribuiti orientativamente in un numero, ne inferiore e ne superiore, di quattro unità per la mattina e di quattro per la sera dediti al servizio e alla vigilanza interna ed esterna alla chiesa per il weekend.

Inoltre, saranno utili un paio di volontari la mattina è un paio la sera per l’auto sanificazione della chiesa.
Tutto ciò è un anticipo di quello che potrebbe essere.
Rimane comunque da attendere le più chiare disposizioni dei nostri vescovi che si stanno accordando con il governo.

Per quanto riguarda cresime e comunioni rimangono, fino a nuove disposizioni, le indicazioni che precedentemente ci hanno dato i nostri vescovi, ovvero, che la preparazione e la celebrazione di questi sacramenti è rimandata all’anno pastorale nuovo.

I battesimi e i matrimoni possono essere celebrati soltanto alla presenza del sacerdote: con la partecipazione dei genitori e dei padrini, per quanto riguarda i battesimi; degli sposi e dei testimoni, per quanto riguarda i matrimoni; nessun altro.

Al momento questo è quanto ci è concesso fare per rimanere in sicurezza e nella legalità.
Nell’attesa di “cieli nuovi e terra nuova”, dono del Cristo morto e risorto, che può contribuire ad un rinnovamento dentro e fuori di noi, prepariamoci con la preghiera, l’intelligenza e la volontà a pensare qualcosa, che possa contribuire, come singolo e/o come comunità, a cambiare il mondo contestuale in cui viviamo.

Come già sapete per questo stato di emergenza ho aperto una nuova mail (betanialazzaro@virgilio.it) in cui invito chi vuole, a condividere quello che gli passa nel cuore e nella mente anche in vista del futuro.

Nell’attesa di rivedervi tutti vi abbraccio e in Gesù e Maria vi benedico insieme ai vostri cari.
Vostro don Cristian

“Il Pastore dice: Approfittate del tempo, la vita è breve. Fate come le api, le quali estraggono il miele un poco da ogni fiore; l’estraggono da per tutto. Anche voi, estraete sempre il miele. Estraetelo dalla spina, estraetelo dalla rosa. La spina è la sofferenza, la tristezza, la noia, la prova. La rosa è la gioia, la consolazione. In tutte le vie troviamo il miele, ma molto più nella spina che nella rosa”. (Beata Mariam di Gesù Crocifisso “la Piccola Araba” , Carmelitana Scalza di Betlemme).