I Cavalieri di Maria sono usciti dalla mente e dal cuore del loro fondatore don Mario Boretti, ispiratosi ai Cavalieri dell’Immacolata, fondati da San Massimiliano Kolbe, morto in prigione ad Auschwitz.
La data ufficiale della fondazione risale al 12 settembre 1976, quando al ritorno da Lourdes, dove durante il pellegrinaggio, un folto gruppo di uomini avevano già indossato la Cappa bianca con il cordiglio.
A Lourdes furono acquistate 130 corone con 15 poste e al ritorno con una cerimonia solenne, il 12 settembre, festa del Nome Santissimo di Maria, don Mario benedì le corone che furono consegnate ai Cavalieri di Maria di allora e furono messe al cordiglio a significare l’impegno di ciascuno alla preghiera con il “Rosario”, preghiera prediletta da Maria.
Lo scopo nella mente di don Mario era quello di avere uomini di preghiera e collaboratori nei vari servizi liturgici, ma anche per la manutenzione, per il catechismo dei bambini e ragazzi, collaboratori per il giornalino “La Voce di San Donato”, e anche per l’aiuto nel momento che esercitava l’esorcistato.
Oggi i Cavalieri di Maria hanno uno Statuto e regole da rispettare.
Il loro patrono è il Beato Bartolo Longo.
Hanno un direttore spirituale che è il parroco di San Donato, cinque consiglieri anziani ed un segretario, sceti tra coloro che hanno conosciuto don Mario da più lungo tempo e che hanno posto la loro ancora in San Donato, come voleva don Mario stesso.
I cinque Cavalieri di Maria anziani rappresentano le radici di San Donato, avendo seguito gl’insegnamenti del fondatore dei Cavalieri di Maria, insegnamenti da trasmettere alle future generazioni dei Cavalieri di Maria.
Ogni buon Cavaliere di Maria, deve seguire un solo percorso, porre la sua ancora in San Donato, cioè si è consacrato a questo luogo ed è uno stretto collaboratore del parroco, scelto da lui.
Il Cavaliere di Maria non è solo un pellegrino o un volontario, ma una persona che sceglie di dedicare la sua vita al Signore, attraverso Maria, nel servizio di questo luogo, spendendo cuore e mente per questo colle benedetto, radicandosi qui.
Ecco il perchè delle domande poste nella scheda di ammissione o riammissione ai Cavalieri di Maria.
Per chi vuole intraprendere questo percorso di vita spirituale ed ha già fatto la domanda, si consiglia di leggere e di rileggere attentamente quanto scritto nella lettera inviata e datata 20 gennaio 2017, a disposizione anche di eventuali nuovi aspiranti a diventare Cavalieri di Maria.
La domanda è: quale è stata la spinta che li ha portati a diventare Cavalieri di Maria e quali sono le loro apettative?
La risposta sta in una frase che più volte don Mario ripeteva a tutti: “ricordatevi il motivo per cui siete venuti a San Donato”.
Ogni Cavaliere di Maria è chiamato a migliorare se stesso, naturalmente partecipando alla vita di San Donato, tendendo ad una formazione spirituale, uno stile di vita sull’esempio della Madonna, la Vergine Maria.
E’ comunque una chiamata, nell’ambito di un servizio alla Chiesa.
Ci sono i ministeri dei consacrati come il diaconato, ma anche per il Cavaliere di Maria esiste una chiamata, una vocazione, un compito e una missione che ciascuno deve compiere secondo le proprie possibilità e se ci sono dei carismi, da mettere al servizio della nostra comunità, un servizio fatto a Dio, alla Madonna, alla Chiesa.
Non ci sono voti particolari, ma una volta intrapreso il cammino di fede, il percorso deve essere continuo ed esercitato con amore.
San Donato è un mistero, un luogo prediletto dalla Madonna, e la cappa bianca sta a significare la purezza a cui ogni Cavaliere deve tendere, ricordando che appartiene a Maria che lo prende per mano per condurlo a suo Figlio Gesù.
Il motto dei Cavalieri è “Ad Jesum per Mariam”, a Gesù per Maria, profondo significato di abbandono fiducioso nelle braccia di questa grande Mamma, affinchè possa compiersi il disegno che la Madonna ha su ciascun Cavaliere, secondo gli insegnamenti del fondatore, don Mario Boretti che ebbe a dire: “voi siete la pupilla dei miei occhi”.
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